Ho partecipato ad una giornata di formazione esperienziale organizzata da JobSelect in collaborazione con Maatmox. Quel giorno mi sono staccata dall’usuale full immersion nei servizi di metrologia, di contaminazione industriale, di tomografia industriale, di corsi di formazione tecnica e ho sperimentato l’arrampicata della parete ovest della palestra di roccia di Rocca Pendice (PD): un modo per mettersi alla prova, resistere alla fatica e allo stress, fare squadra e vincere le paure.
Obbiettivo fondamentale era facilitare l’apprendimento e la conoscenza di sé attraverso un gioco, un’attività, un’esperienza, per poi trasferire i contenuti e i comportamenti appresi nella realtà quotidiana e lavorativa.
Più che mai vere le parole del monaco cistercense Bernardo di Chiaravalle “ troverai più nei monti che nei libri. Gli alberi e le rocce insegneranno cose che nessun maestro ti dirà”. Una semplice frase, un mondo dietro.
Sicuramente una giornata intensa: visto la pioggia cadente e la conseguente scivolosità delle pareti del Monte Pendice mi dicevo che non ce l’avrei fatta. E invece è andata!
Al termine della scalata, i formatori hanno aiutato tutti i partecipanti a far emergere le emozioni e le sensazioni scaturite, le consapevolezze emerse, per poi trasferirle nel contesto di tutti i giorni. E’ stata un’occasione per sperimentare:
- l’orientamento all’obiettivo (scalare la cima)
- la scelta delle modalità più idonee al raggiungimento del fine (utilizzo di appoggi e appigli alternativi per raggiungere meglio la meta)
- la fiducia e lavoro di squadra (lavorare con l’attivatore, colui che a terra tiene la fune, implica riuscire a delegare alcune attività, coordinandosi per un fine comune)
- la gestione dei momenti critici e le strategie per aggirare gli ostacoli che si trovano lungo il percorso (difficoltà quotidiane che minano il raggiungimento dell’obiettivo)
- il supporto a chi magari non ce l’ha fatta
- situazioni nuove e ruoli differenti mantenendo una visione d’insieme
Facendo riferimento al Learning Cycle di Lewin ed al ciclo di David Kolb, si studia che la formazione passa attraverso quattro stadi: l’esperienza, la riflessione, la strategia, la sperimentazione attiva.
L’adulto non apprende solo ascoltando e con l’acquisizione di nozioni e concetti: occorre fare esperienza attraverso azioni concrete, l’osservazione su quanto fatto, vista da diverse prospettive, permette di analizzare e apprendere meglio quel qualcosa. Successivamente definire una strategia che tenga conto dell’analisi e degli aspetti di miglioramento. Poi mettere in pratica quanto appreso attraverso la sperimentazione attiva. Quindi l’apprendimento dall’esperienza è il processo attraverso cui avviene lo sviluppo umano.
Mi sono rimaste impresse in maniera particolare due frasi del formatore: 1) ESSERCI E NON PRESENZIARE E 2) SAPERE-SAPER ESSERE-SAPER FARE.
In primis ci deve essere la motivazione come elemento propulsore per raggiungere l’obiettivo, sperimentare più volte permette di variare strategie e imparare di più. I comportamenti adattativi, che si generano in situazioni e contesti differenti da quelli a cui si è abituati, permettono alla persona di sviluppare nuove competenze, aprire la mente a diversi punti di vista e imparare le dinamiche di gruppo.
La competenza acquisita va insegnata e condivisa, deve essere un elemento di scambio reciproco per un fine comune positivo. La competenza non è più sufficiente, ci deve essere del valore aggiunto. Dare utilità alla nostra competenza, fornendo utilità a ciò che facciamo.
In questa esperienza ho ritrovato molti nessi con il contesto lavorativo, non vi pare?